lunedì 14 marzo 2011

Catching up

Forse dovrei partire da molto lontano, o perlomeno da dove ho lasciato, ma l'adesso è oggi e oggi sono alla finestra di un albergo davanti all'areoporto di Frankfurt Hahn. Ho avuto addosso una tuta lurida per 14 ore, ho dormito per terra, ho sentito parlare inglese, portoghese, spagnolo, italiano, ungherese, maltese... e non ho mai visto così tanti topi in vita mia. Welcome to the practical training week, una bella e intensa settimana di addestramento tra fuochi, fumo, pronto soccorso e sveglie all'alba! Dura la vita per chi vuol diventare assistente di volo, eh?

Sono le 20.30, ma i pochi negozietti dell'areoporto sono già chiusi. Sul marciapiede resiste il venditore ambulante di pretzel e i viaggiatori degli ultimi voli che trascinano insieme alla valigia la stanchezza di una giornata passata tra sbattimenti vari. La scritta Frankfurt-Hahn scintilla in verde fucsia e azzurro, ed è l'unica nota di colore per metri. Hahn sono quattro case e un areoporto, e una sfilza infinita di caserme abbandonate, ex dormitori militari, fanno paura in mezzo ai boschi di alberi grigi alti e secchi, stile bosco di the blair witch project. Mi lascia un pò di malinconia e sono contenta di partire per la più allegra Dublino, domani, dopo un breve passaggio a Stansted. Ma il pensiero di tutto il gruppo, questi giorni, è stato per la nostra cara Oporto, soprattutto per le sue sopas e natas e croissants.... perchè a pretzel e panini dei buongustai come noi soppravvivono poco!!! E questo merita un capitolo tutto a parte.

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